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Salire in macchina. Guidare. Ritrovarsi a passare davanti a un distributore di benzina abbandonato, osservare un gruppo di capre che riposano serene all’ombra; ci si stupisce come questi animali siano riusciti a creare un loro habitat in una dimensione così ostile: questa è la metafora per raccontarvi il Kosovo.
Così come per le capre, si rimane sorpresi del modo in cui le famiglie riescano a vivere e donare un sorriso nonostante la loro estrema povertà.
Ci siamo immerse in questa realtà come volontarie, grazie ad un progetto della Caritas Diocesana di Foligno, l’Anno del Volontariato Sociale.
Tra le colline di Klina, città del Nord-Ovest del Kosovo, a circa un’ora dalla capitale Pristina, si trova la casa delle Caritas Umbre. Questa struttura è il risultato di un sogno lungo 16 anni, diventato realtà grazie alla tenacia di quattro amici.
Hanno vissuto una terra nel momento peggiore della sua esistenza, il conflito serbo-albanese del 1996, una guerra devastante che ha visto lo scontro diretto di due popoli appartenenti spesso alle stesse famiglie, di cui ancora oggi sono tangibili gli effetti.
Con l’intervento armato della NATO nel 1999, anche loro sono partiti per una missione di volontariato che poi è diventata una missione di vita.

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Nel corso dei mesi trascorsi nei campi profughi, hanno visto la disperazione e i bisogni di tante famiglie. L’incontro scioccante con un bambino costretto a dormire in una cuccia del cane, gli ha fatto intraprendere un nuovo percorso.
Tra grandi difficoltà venne costruita la prima casa che avrebbe dato rifugio a tutte quelle vite incontrate.
In quelle quattro mura con impegno e amore tanti bambini sono diventati adulti e il loro crescente numero ha generato il bisogno di realizzare una casa più grande.
In questa collina immersa nel verde tra campi di grano e tanti animali, dove il tempo sembra essersi fermato, vivono oggi Massimo, Cristina con una ventina di bambini.
La casa si regge su tre pilastri: condivisione, collaborazione e amore per se stessi e per gli altri.
Le giornate cominciano al sorgere del sole e proseguono tra i vari impegni ed è anche grazie a questa gestione del tempo che i ragazzi crescono con i giusti valori.

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Tra un turno di pulizie e uno in cucina, c’è un’attività parallela di sostegno alle famiglie che la Caritas svolge nella zona, attraverso la consegna a domicilio di pacchi viveri e un supporto alle cure mediche. L’estrema povertà era reale davanti ai nostri occhi.
E’ inconcepibile che ancora oggi le persone lottino per la sopravvivenza e per avere un riparo e un pasto dignitoso.
Le numerose famiglie, spesso frutto di matrimoni combinati, generano conflitti tra i coniugi, che portano la donna a subire abusi e i figli a pagare il prezzo più alto.
Con la mente piena di pensieri e il cuore denso di tristezza, tornare a casa e vedere quegli stessi bambini e i ragazzi giocare e scherzare, nonostante le dure esperienze della loro seppur breve vita, ci dava una profonda sensazione di gioia e leggerezza.
L’unica cosa che ci salverà: è volersi bene!

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Francesca Boccabella

Guarda il Reportage Completo sul Kosovo